Sono madre e rifugiata: come farò a prendermi cura dei miei figli?

COSE DA FARE OGGI:

 

Ore 7.00: “Dobbiamo uscire dalla nostra tenda e non c’è privacy: questo mi preoccupa, soprattutto per mia figlia. Fino a 50 persone condividono un bagno nel nostro campo. Non possiamo farci la doccia tutti i giorni e spesso indossiamo gli stessi vestiti con cui dormiamo.”

 

Ore 8.00: “Siamo fortunati perchè nel nostro campo c’è un Centro di Apprendimento Temporaneo di World Vision, così i miei figli possono studiare e prepararsi per il sistema scolastico libanese”

 

Ore 9.00: “Non riesco a provvedere da sola ai bisogni della mia famiglia. Mio figliopiù grande mi aiuta lavorando nella produzione di mattoni e guadagna 8 centesimi a pezzo. Ha dimenticato quello che aveva imparato a scuola.”

 

Ore 12.00: “Non abbiamo una lavatrice: accendiamo un fuoco, facciamo bollire l’acqua in un barile e metto in ammollo i vestiti. Quando c’è il sole gli indumenti si asciugano in un giorno, ma si riempiono di polvere e sanno di fumo”

 

Ore 14.00: “L’ambulatorio medico è lontano, se non riesco a prendere il bus devo camminare con mio figlio fino a lì per farlo visitare. Spero che stia bene, perché non posso permettermi di pagare per le cure mediche”

 

Ore 15.00: “Nella nostra tenda c’è un solo ambiente, con il pavimento polveroso quando le giornate sono secche, fangoso quando piove. La luce è minima, così i miei figli devono sbrigarsi a fare i compiti all’aperto prima del tramonto”

 

Ore 16.00: “Mio marito è il primogenito ed è dovuto rimanere in Siria per prendersi cura della sua famiglia, che vive in una città sotto assedio. Ogni volta che provo a chiamarlo prego che mi risponda e sia vivo. Vorrei fosse qui con noi, i bambini hanno bisogno di lui”

 

Ore 17.00: “Ho paura se I miei figli si allontanano troppo dalla nostra tenda. Spesso non hanno tanto da fare e si annoiano, litigano ed è dura stargli dietro. Per fortuna giocano nello Spazio a Misura di Bambini di World Vision.”

 

Ore 19.00: “Anche questa sera dovrò dire ai miei bambini che ci sono patate per cena, come sempre. Questa è l’unico cibo che ci possiamo permettere, ma sono contenta che possiamo avere qualcosa da mangiare.”

 

Ore 21.00: “La sera srotolo I tappetini e le coperte sul pavimento, ma i bambini fanno fatica ad addormentarsi e fanno spesso incubi. Mi sento così impotente, è difficile proteggerli e dargli conforto, perché so che non potranno mai dimenticare tutto quello che hanno visto e vissuto.”

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Guarda il video in realtà virtuale della storia di Ali”;i:2;s:135:”https://www.flickr.com/photos/worldvisionitalia/albums/72157669049123010
Sogni e speranze: guarda i disegni dei bambini rifugiati”;i:3;s:94:”https://www.facebook.com/WorldVisionItalia
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