8 marzo: Giornata della Donna

Il team della pompa d’acqua

 

team pompa acqua potabile zambia

In un villaggio in Zambia, il team che si occupa delle riparazioni della pompa per l’acqua potabile è composto Pesia e Sarafina. Sono state formate da World Vision e hanno lavorato con lo staff di World Vision Water dal 2010.

 

Pesia descrive il suo lavoro così: “La comunità ci ha scelto. Noi volevamo lavorare con World Vision. [Noi donne] possiamo fare qualsiasi cosa facciano gli uomini se siamo formate. E’ stato insolito il fatto che ci abbiano scelte. La maggior parte delle nostre amiche ci aveva detto che non avremmo potuto farlo.” Sarafina è d’accordo e dice: “I miei figli sono stati sorpresi, però mi hanno detto che il lavoro che stiamo facendo è incredibile. Vogliono che glielo insegni così potranno essere come me.

 


L’operatrice specializzata in arte terapia

 

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Jwan è nata durante una guerra ed è cresciuta senza un padre. Fin da giovane, Jwan ha sempre pensato di avere una vena creativa. Con il tempo e molto duro lavoro, Jwan ha preso la laurea in Belle Arti e si è concentrata sull’Art Therapy (terapia con l’arte).

 

Dopo aver vissuto all’estero per più di 20 anni in Svezia e in Canada, ha sentito che era il momento di tornare in Iraq. Inizialmente ha lavorato con un’organizzazione locale per aiutare i bambini rifugiati provenienti dalla Siria, traumatizzati dalla guerra, utilizzando appunto la terapia dell’arte. Ha potuto vedere l’impatto che l’arte ha avuto nella loro vita e ha sentito la necessità di sviluppare tali programmi.

Oggi lavora come supervisore per il programma Spazio per le Donne e i Bambini (Women and Young Children’s Space – WAYCS) di World Vision nel governatorato di Sulaymaniyah in Iraq. “Anche la più semplice delle attività creative può fornire un ‘luogo’ per le donne e i bambini dove iniziare il proprio processo di guarigione”, dice. “So come si sentono. Voglio anche incoraggiare le donne irachene a non mollare mai e non perdere mai la speranza “, aggiunge.

 


La sopravvissuta all’ebola

 

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Maseray ha conosciuto bene l’impatto dell’ebola. Il virus ha preso suo marito, sua sorella e un altro parente stretto durante la diffusione dell’epidemia in Sierra Leone. L’ebola ha colpito anche lei, ma è sopravvissuta.

 

Recentemente ha iniziato a lavorare su una squadra di sepoltura a Bo, una delle principali città nel centro-sud della Sierra Leone, per aiutare la sua comunità. World Vision sta portando avanti un impegno a livello nazionale per addestrare, equipaggiare e coordinare squadre di sepoltura per le vittime di ebola in Sierra Leone, per conservare le tradizioni della sepoltura, ma evitando la contaminazione. Dopo aver completato il corso di formazione di una settimana, Maseray sta per portare a termine la sua prima Sepoltura Sicura e Dignitosa (Safe and Dignified Burial – SSD). “Sono pronta per questo giorno. Eseguirò tutto ciò che ho appreso durante la formazione“.

 

La sostenitrice dei diritti dei disabili

 

advocacy diritti disabili

Rekha è una studentessa universitaria e una sostenitrice dei diritti delle persone disabili. Non può usare le gambe, ma non è un grande problema per lei.

 

Con World Vision, Rekha è diventata un sostegno per i bambini con bisogni speciali. Dall’essere convocatore nazionale del Forum Nazionale per i Bambini con Disabilità realizzato da World Vision, a intervenire in occasione dell’assemblea generale di New York delle Nazioni Unite come rappresentante di una delegazione di bambini, Rekha continua a lavorare per il suo obiettivo di diventare un assistente sociale. “Ho avuto modo di porre domande ai funzionari del governo sul perché le persone come me vengono emarginate e fatte sentire come diverse. La forza e la fiducia per condividere tutte le sfide e le delusioni che dobbiamo affrontare a causa della mancanza di privilegi in qualche modo sono venute fuori. Ora so che io non sono inferiore a nessuno, posso anche difendere i miei diritti e conosco i miei diritti“, dice Rekha.

 

 

L’insegnante di informatica

 

insegnante informatica

Da quando aveva tredici anni, Keiti ha lavorato come insegnante volontaria presso l’unica sala computer a Batey 6, supportata da World Vision in collaborazione con l’Istituto Domenico di Telecomunicazioni (lNDOTEL).

 

Carrasco, che ora ha 15 anni e frequenta il 12° grado, passa ogni mattina durante giorni feriali a tenere corsi di computer per almeno 20 bambini dagli 8 ai 13 anni della sua comunità. “Avevo paura di parlare in pubblico, ma l’ho superata grazie a World Vision. Non importa quanti anni hai, si deve crescere, sviluppare e sfruttare le opportunità che ti si offrono, imparare e insegnare agli altri.

 

Leggi la notizia in inglese sul sito di World Vision International (in inglese) >>>