La presenza di World Vision (WV) alla IV Ukraine Recovery Conference (URC2025) tenutasi a Roma tra il 10 e l’11 luglio scorsi, ha riscosso particolari apprezzamenti sia da parte dei tanti partecipanti che di osservatori e stampa.Il contributo di WV, attraverso la sua emanazione VisionFund Ucraina, rappresentata da WESLEY JORDAN, il suo Amministratore delegato, nel panel “Business Dimension – Mobilizing the Private Sector for Reconstruction and Economic Growth” è stato fondamentale e ha segnato passaggi molto importanti nella discussione serrata, svoltasi nel corso della due giorni.“Sono davvero soddisfatto di questa conferenza – ha dichiarato Jordan – e mi ha fatto molto piacere vedere come l’Unione Europea, l’Italia, e vari altri Paesi stiano cercando di mobilitare il capitale privato per unirsi ad alcuni dei finanziamenti statali e investire nella ripresa economica in Ucraina. Negli ultimi anni si è parlato molto di sostenere l’Ucraina con aiuti militari e aiuti macro-economici ma ora si deve intervenire partendo dal particolare, dalle persone, e favorire una rinascita delle micro e piccole imprese, vera spina dorsale dell’economia ucraina, attraverso interventi mirati”.L’economia dell’Ucraina, come sottolinea Jordan, è fondata sulla micro e piccola-media impresa (Mpmi). Come dimostrano i dati più aggiornati, le Mpmi in Ucraina rappresentano la fetta di imprese più ampia (oltre il 90%) e generano il 78% dell’occupazione. Purtroppo, però, questo settore cruciale ha subìto gravissimi danni che vanno dalla distruzione dei luoghi di lavoro, agli sfollamenti del personale, oltre naturalmente ai i morti e ai feriti tra i lavoratori. L’imprenditoria ucraina, dopo un periodo di resistenza, è ora in ginocchio. “VisionFund entra in gioco proprio a questo punto – di nuovo Jordan – abbiamo lanciato un modello di sostegno che punta ad arrivare alle fasce più colpite dal conflitto attraverso l’erogazione di micro-prestiti. Le piccole imprese, in particolare quelle gestite da individui ora sfollati, hanno perso tutto e se chiedono prestiti si scontrano con tassi di interesse proibitivi e burocrazia: condizioni che rendono l’accesso al credito impossibile” Eppure basterebbe poco per far ripartire moltissime aziende e, di conseguenza, rilanciare l’economia ucraina anche in tempo di guerra. “Noi offriamo prima di tutto una alfabetizzazione finanziaria e poi prestiti: ai micro-imprenditori fino a 10.000 dollari e alle piccole imprese fino a 30.000 dollari. Il target primario dei nostri interventi sono donne e giovani, in particolare in condizione di sfollamento o gravi situazione socio-economica”. Per l’Ucraina, VisionFund ha un business plan triennale di 12 milioni di dollari con l’obiettivo di erogare 3.500 prestiti, creando più di 8.000 posti di lavoro.World Vision vanta una lunga e radicata presenza in Ucraina. Fin dall’inizio della crisi, infatti, ha innescato la Ukraine Crisis Response e ha aiutato più di 2 milioni di persone, tra cui quasi 1 milione di bambini, fornendo sostegni fondamentali in campi quali l’istruzione o la salute mentale.Ha provveduto ad assistenza in denaro, mezzi di sussistenza, e messo in campo iniziative di preparazione all’inverno e protezione. WV, sia in Ucraina stessa che nei paesi limitrofi come Moldova, Romania e Georgia, ha attivato una serie di strategie già sperimentate in altri teatri di guerra, che mirano ad affrontare i bisogni fisici, emotivi e psicologici di migliaia di bambine e bambini colpiti dai conflitti. Tra queste, i ‘Child-Friendly Spaces’ (CFS), spazi sicuri per i più piccoli per giocare, imparare e ricevere sostegno psicologico. Vi hanno preso parte fin qui circa 123mila bambini, dislocati in 69 centri, mentre sono stati oltre 275mila i bambini inseriti in percorsi scolastici e circa 900 gli insegnanti formati da WV.“Il nostro radicamento in Ucraina fin dai mesi immediatamente successivi all’invasione russa– dichiara EMANUELE BOMBARDI, direttore di World Vision Italia – ci permette di avere una conoscenza dei bisogni e di agire per la protezione e la salvaguardia dei più fragili, in particolare i bambini. Oltre ai ‘Child-Friendly Spaces’ – che hanno offerto spazi sicuri e di tranquillità e supporto psicologico a circa 215mila minori – e alle tante iniziative a tutte le fasce di popolazione, abbiamo ritenuto opportuno sostenere la ripartenza dell’economia. Crediamo che la combinazione del nostro approccio umanitario che conta interventi in emergenze quali Gaza, Sudan, Repubblica Democratica del Congo o Myanmar, e quello di microcredito della nostra consociata VisionFund, possa fornire un aiuto importante a un paese che deve ricominciare”.