L’impatto delle emergenze sembra crescere ogni anno, anche a causa dei cambiamenti climatici. Non possiamo dimenticare le terribili immagini del terremoto che ad aprile di quest’anno ha colpito il Nepal: oltre 8.000 morti e 17.000 feriti, 5 milioni di sfollati, sono alcuni dei numeri di questa catastrofe. Ogni anno disastri come questo colpiscono la vita di oltre 200 milioni di persone. Causano perdite, di case e beni, ma soprattutto di vite umane, lasciano profonde cicatrici, fisiche e psicologiche. L’International Day for Disaster Reduction del 2015 è intitolato “Knowledge for Life”, perché le capacità locali devono essere rafforzate per ridurre l’impatto delle calamità. Ad esempio, riconoscere i segnali della natura può essere importante per la popolazione locale al fine di garantire un’azione tempestiva e mitigare l’impatto di un disastro naturale, come le tempeste, le alluvioni, ma anche i periodi di siccità. Parallelamente agli studi metereologici e di settore, la preparazione della comunità è fondamentale per rispondere alle emergenze e può essere trasmessa di generazione in generazione. Gli obiettivi della Giornata Internazionale sono quindi di assumere una maggiore consapevolezza globale delle tradizioni e delle pratiche locali finalizzate alla riduzione dei rischi di catastrofi naturali, l’inclusione delle comunità locali nei piani di emergenza. World Vision è in prima linea e l’anno scorso ha lavorato prontamente in risposta a 132 emergenze nel mondo. Abbiamo assistito 11 milioni di persone durante le emergenze, in 40 paesi. World Vision pone un’attenzione particolare anche alla formazione della popolazione per la riduzione del rischio catastrofi, fondamentale nella fase di ricostruzione e per garantire alle comunità una consapevolezza maggiore per affrontare eventuali nuove emergenze, spesso rompendo credenze e resistenze culturali. “Non possiamo eliminare i disastri“, ha detto di recente Ban Ki-Moon, Segretario Generale delle Nazioni Unite, “ma possiamo ridurne i rischi. Siamo in grado di ridurre i danni e possiamo salvare più vite.” Questo è esattamente ciò che World Vision sta cercando di fare attraverso le attività di formazione nelle comunità a rischio, anche nelle scuole. “Nel tragico seguito delle calamità, il soccorso è incompleto se poi non si aiutano le comunità colpite a ricostruire meglio e a migliorare la loro capacità di prevenire e fronteggiare disastri futuri“, commenta Christy Davis, Consigliere Regionale per gli Affari Umanitari e le Emergenze di World Vision. “Il rafforzamento della resilienza della comunità deve essere una priorità in ogni risposta all’emergenza e ancora di più durante i programmi di sviluppo a lungo termine“.a:4:{i:0;s:68:”/cosa-facciamo/risposta-alle-emergenzeRisposta alle emergenze”;i:1;s:67:”/content/emergenza-terremoto-nepalDona per l’Emergenza Nepal”;i:2;s:67:”/content/emergenza-rifugiati-siriaDona per l’Emergenza Siria”;i:3;s:58:”/iscriviti-alla-newsletterIscriviti alla newsletter”;}