Giornata mondiale contro le mutilazioni genitali femminili

Nel mondo sono 200 milioni le bambine e le ragazze che ancora subiscono mutilazioni genitali. Circa 3 milioni sono invece le bambine a rischio di infibulazione ogni anno. Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, quasi il 90% dei casi si registra in Africa: Egitto, Sudan, Mali, Kenya, Tanzania sono i paesi in cui questa pratica è maggiormente diffusa.

 

Adotta a distanza una bambina e salvala dall’infibulazione

 

Molti paesi hanno formalmente proibito le mutilazioni dei genitali delle ragazze, promuovendo riti alternativi di passaggio alla maturità, per non incidere su usi e costumi tradizionali. In molte comunità l’infibulazione femminile viene al contrario fortemente sostenuta sia dagli uomini che dalle donne. In realtà, questo rito di passaggio causa una ferita dolorosa e insanabile sia a livello fisico che psicologico per le ragazze. Non solo le mutilazioni genitali femminili provocano un rischio immediato di emorragie e infezioni, ma gravi conseguenze si rivelano negli anni anche sulla salute riproduttiva delle ragazze, durante la gravidanza e il parto.

 

Nel 2012 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha emanato una risoluzione con cui ha dichiarato la messa al bando universale delle mutilazioni genitali femminili e oggi 24 dei 29 paesi dove è maggiormente ancorata l’infibulazione femminile hanno promulgato una normativa contro questa pratica. Le mutilazioni genitali femminili e i matrimoni precoci sono però ancora oggi molto diffusi, due pratiche tradizionali che provocano conseguenze devastanti per la salute, l’istruzione e l’uguaglianza di donne e ragazze.

 

World Vision lavora per sradicare queste pratiche da molti anni in Africa – in paesi come Sierra Leone, Senegal, Ghana, Mali, Ciad, Somalia, Kenya e Tanzania -, considerando l’infibulazione una violazione dei diritti umani e la sua eliminazione un elemento chiave per fornire la protezione, la salute e la sicurezza dei bambini. World Vision ha creato Centri di Soccorso, offrendo formazione professionale per la circoncisione, sensibilizzando la comunità sui pericoli della mutilazione genitale femminile e sostenendo riti di passaggio alternativi.

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