La storia di Shahjalal

Shahjalal ha 38 anni e due figli. Prima dell’installazione della cisterna, durante la stagione secca, la sue e altre famiglie erano costrette a usare l’acqua proveniente da alcuni stagni. Racconta Shahjalal: “Molte volte i nostri bambini hanno sofferto di malattie dovute all’acqua malsana che raccoglievamo da questi stagni. Siamo stati incoraggiati durante alcune sessione formative tenute dallo staff di World Vision a usare l’acqua potabile in ogni nostra attività domestica, a utilizzare le latrine e a mantenere un buon livello di igiene personale e della casa.”

 

Proshanto Nafak, manager del progetto dice: “Abbiamo garantito sessioni di formazione per quasi 400 persone nel villaggio. Come parte di questa iniziativa, sette comitati sono stati costituiti per garantire la manutenzione dei pozzi e delle cisterne. Queste comunità prima si servivano dell’acqua di pozzi o di canali, che trasmetteva infezioni molto pericolose, soprattutto per i bambini. Adesso queste stesse persone possono bere l’acqua pulita conservata nelle cisterne. Inoltre, grazie alle sessioni formative, le comunità conoscono le pratiche igieniche di base, come lavarsi le mani prima di mangiare.”

 

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