Verso il decimo anno del conflitto siriano

Tra qualche giorno, il 15 marzo, entreremo nel decimo anno della guerra in Siria: alla vigilia di questo tragico anniversario, i bambini stanno vivendo la situazione più drammatica dall’inizio della crisi ad oggi, a causa dell’escalation delle violenze registrata negli ultimi mesi nel nord del Paese, nel governatorato di Idlib. Quasi un milione di persone, più della metà bambini, sono stati costretti a fuggire. Vivono in condizioni terribili nei campi profughi già sovraffollati.

 

Le immagini satellitari acquisite e diffuse oggi da World Vision, Harvard Humanitarian Initiative e Save the Children mostrano come gli edifici e le strutture civili siano state stati gravemente danneggiati o distrutti, rendendo impossibile per la popolazione tornare nelle proprie abitazioni. Nelle aree evidenziate dalle immagini, quasi un terzo degli edifici è stato significativamente danneggiato o completamente distrutto. Un’altra serie di immagini mostra due campi profughi nel nord di Idlib le cui dimensioni sono più che raddoppiate dal 2017 ad oggi, occupando quelli che una volta erano terreni destinati all’agricoltura. 

 

Puoi visualizzare qui il video con le immagini dal satellite: https://youtu.be/8eiYWE6pIY0

 

LE TESTIMONIANZE DEI BAMBINI SIRIANI

 

Othman *, 9 anni, vive con la sua famiglia in un campo profughi, ha raccontato: “Abbiamo lasciato la nostra casa a causa degli attacchi, siamo partiti in macchina e siamo venuti qui. Non siamo riusciti a trovare un posto dove vivere. Siamo stati prima in una moschea, poi ci hanno portato qui. Tutti i miei amici se ne sono andati, non è rimasto nessuno nella mia città. Hanno ucciso tutti lì. “

 

Fadi *, 15 anni, ha perso il braccio durante un attacco aereo mentre fuggiva dal suo villaggio: “Gli attacchi erano feroci. Non potevamo portare niente con noi tranne materassi, coperte e qualche vestito. Quando ho perso il braccio, mi sentivo come se fossi morto. Per aiutare la mia famiglia a sopravvivere, insieme a mio fratello, trasporto mattoni con un braccio solo”.

 

 

L’APPELLO ALLA COMUNITA’ INTERNAZIONALE

 

Caitlin Howarth del Signal Program dell’Harvard Humanitarian Initiative ha dichiarato: “Abbiamo esaminato le immagini del satellite dal 2017 al 26 febbraio 2020, valutando i cambiamenti che ci sono stati nelle aree colpite dagli attacchi e nelle zone interessate dai flussi migratori. In questo periodo di tempo alcune aree sono diventate inabitabili, con infrastrutture chiave e zone popolate fortemente colpite dai bombardamenti aerei e dai combattimenti via terra. Non possiamo calcolare con esattezza la dimensione di queste aree solo tramite l’analisi delle immagini satellitari, tuttavia lo spostamento massiccio delle persone e la distruzione di aree precedentemente abitate significano che la crisi umanitaria si è di fatto aggravata. In queste zone viveva una popolazione di oltre 3 milioni di persone di cui, ad oggi, in soli tre mesi, un terzo si è spostato”.

 

Sonia Khush, Direttrice di Save the Children Siria, ha dichiarato: “I bombardamenti continui hanno praticamente svuotato gran parte dell’area di Idlib nel giro di poche settimane, con conseguenze catastrofiche per centinaia di migliaia di bambini e donne. Mezzo milione di bambini sono stipati in campi al confine con la Turchia senza accesso ai servizi di base: un luogo caldo dove dormire, acqua pulita, cibo nutriente e istruzione. A meno che non assisteremo ad una significativa riduzione degli attacchi, il decimo anno di questo conflitto potrebbe essere uno dei più sanguinosi. Il mondo non può continuare a guardare e aspettare mentre i bambini vengono uccisi, feriti e costretti a fuggire su così vasta scala.”

 

Johan Mooij, Direttore di World Vision per la risposta all’emergenza in Siria, ha dichiarato: “I bambini arrivano nei campi profughi quotidianamente e sono affamati, infreddoliti e profondamente angosciati da ciò a cui hanno assistito e vissuto. Molti di quelli che ora vivono a Idlib provengono da altre parti della Siria e nella loro breve vita non hanno conosciuto altro se non fughe e guerre. Bambini di cinque o sei anni conoscono il nome ogni tipo di bomba in base al suono, ma a volte riescono a malapena a scrivere il loro nome avendo perso la possibilità di studiare. Nessun bambino dovrebbe mai essere costretto a provare la sofferenza e lo sconvolgimento che questi bambini hanno vissuto. Stiamo lavorando per aiutarli, ma non smetteremo mai di ripetere che soltanto un cessate il fuoco duraturo può porre fine a questa miseria”.

 

Secondo le stime delle Nazioni Unite, almeno 77 bambini sono stati uccisi o feriti nel nord-ovest della Siria. Il 25 febbraio scorso, 10 scuole e asili sono stati bombardati ad Idlib, uccidendo 9 bambini e ferendone altre decine. Si stima che 280.000 bambini in età scolare non possono frequentare più la scuola.

 

Save the Children e World Vision invitano tutte le parti coinvolte nel conflitto a rispettare gli accordi internazionali in materia di diritti umani, a proteggere scuole, ospedali e altre infrastrutture civili dagli attacchi ed evitare l’uso di armi nelle zone abitate. Particolari sforzi dovrebbero essere fatti per proteggere i bambini, che sono estremamente vulnerabili.  Tutte le parti in guerra devono consentire l’intervento degli operatori umanitari. Per la comunità internazionale questo deve essere un momento fondamentale per porre una rinnovata attenzione sulla crisi siriana e impegnarsi per mettere fine al conflitto. Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e gli Stati con maggiore influenza devono dimostrare di avere la volontà politica di fare di più per proteggere i bambini.

 

  

Proteggiamo i bambini siriani

 

 

* Tutti i nomi sono stati cambiati per proteggere le identità.