Come ogni anno, dal 21 al 24 gennaio 2015, si è tenuto il World Economic Forum (WEF) a Davos, in Svizzera, con oltre 2.500 partecipanti, tra ministri e imprenditori, personalità del mondo accademico e della società civile, rappresentanti delle organizzazioni internazionali, leader religiosi, leader del mondo culturale e dei media. Il tema generale dell’incontro 2015 è stato “The New Global Contest” (il nuovo contesto globale), definito come 10 sfide che interessano il mondo di oggi: l’ambiente e la scarsità di risorse, le capacità occupazionali e il capitale umano, la parità di genere, le infrastrutture e lo sviluppo, la sicurezza alimentare e l’agricoltura, il commercio internazionale e gli investimenti, il futuro di Internet, il crimine e la corruzione globale, l’inclusione sociale e l’economia. Cheryl Freeman, Senior Director for Advocacy di World Vision, ha rappresentato il Presidente di World Vision Kevin Jenkins al WEF, intervenendo in una serie di eventi legati al programma post-2015. World Vision ritiene che sarà possibile dare una fine alla povertà estrema entro il 2030 solo se i leader non si fermeranno di fronte a nulla per perseguire davvero gli ambiziosi obiettivi post-2015, che dovranno porre l’attenzione sui bambini più vulnerabili che vivono nelle aree più difficili. Tuttavia, non sarà possibile raggiungere questo risultato se si continuerà lavorando come fatto fino ad ora (“business as usual will not deliver an end to extreme poverty”). I leader mondiali ad oggi non hanno fatto abbastanza per garantire la crescita economica e la riduzione delle disuguaglianze; infatti, la crescita della disparità di reddito è stata uno delle prime questioni portate all’attenzione del WEF. Freeman è intervenuto affermando che: “Il quadro post-2015 deve garantire che le risorse finanziarie, politiche e tecniche della comunità internazionale siano dirette a quelle persone e in quei paesi del mondo che non hanno beneficiato della crescita globale. Allo stesso scopo, World Vision chiede alle aziende di assumere una visione inclusiva dei loro investimenti e delle loro operazioni, in modo da essere allineate, al fine di massimizzare i benefici per [le aree] più difficili da raggiungere”. Aggiunge poi: “Raggiungere i bambini più vulnerabili del mondo richiede approcci nuovi e innovativi; le partnership tra i governi, le imprese e la società civile sono una delle principali chiavi di svolta con cui l’innovazione può essere perseguita”.a:3:{i:0;s:38:”/cosa-facciamo/advocacyAdvocacy”;i:1;s:43:”/chi-siamo/la-nostra-storiaChi siamo”;i:2;s:58:”/iscriviti-alla-newsletterIscriviti alla newsletter”;}