78 milioni di ragioni per combattere il lavoro minorile

Le indagini nazionali della regione Asia-Pacifica fotografano una situazione in cui i bambini sono coinvolti in lavori pericolosi, spesso illegali, nel commercio sessuale, nei lavori forzati, o in altre forme di schiavitù che spesso non sono neppure note. Il numero reale dei bambini lavoratori in quest’area potrebbe anche essere ben più alta di quella stimata.

 

Quello che sappiamo è che più di 1,5 milioni di bambini lavorano in condizioni di lavoro forzato per la produzione di mattoni, tappeti, tessuti impreziositi e pietre di cava in India e Nepal. In Bangladesh circa il 24% dei bambini che lavorano nel settore del pesce essiccato stanno lavorando in condizioni forzate. In Cina, i bambini lavorano nel settore dell’elettronica e nella produzione dei giocattoli. In India, Vietnam e Thailandia giovani mani cuciono indumenti. In Myanmar, i bambini sono coinvolti nel settore della gomma, del teak, del bambù e dello zucchero. In Thailandia, i bambini lavorano nelle risaie e nell’industria dei gamberetti. L’elenco potrebbe continuare all’infinito.

 

Tutti questi bambini lavoratori hanno una cosa in comune: non hanno la libertà. Lavorano per salari bassissimi e sono costantemente minacciati di violenza. Vivono un’infanzia negata e non possono accedere all’istruzione.

 

Anche le leggi più recenti non riescono a proteggere adeguatamente questi bambini. In India, ad esempio, le recenti modifiche al Child Labour Act del 1989 permette ancora ai bambini di lavorare in imprese familiari e nel settore dell’intrattenimento. Ma queste normative in materia di lavoro minorile non stanno affrontando le cause principali del problema: la povertà che colpisce le famiglie e la mancanza di protezione sociale per garantire i diritti dei bambini.

 

La comunità globale sta esortando tutti i paesi ad agire e la nuova Agenda post-2015 include tra i suoi obiettivi la fine del lavoro minorile in tutte le sue forme. Il 12 giugno è la Giornata Mondiale Contro il Lavoro Minorile e deve servire al mondo per rinnovare il proprio impegno contro questa piaga. World Vision è impegnata nella lotta contro il lavoro minorile e per questo si impegna quotidianamente, sia sul campo che con azioni di advocacy. Dobbiamo cambiare quei comportamenti e quegli stereotipi che portano a tollerare ancora oggi il lavoro minorile.

 

A livello locale c’è bisogno di maggiore consapevolezza dell’impatto del lavoro minorile sui bambini, a livello delle aziende è necessario chiedere la loro collaborazione nei processi produttivi, come consumatori dobbiamo acquistare prodotti che non utilizzino manodopera minorile. Ognuno di noi può fare qualcosa per alleviare le sofferenze di milioni di bambini.

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