Giornata Mondiale per l’alfabetizzazione

 

Nell’Agenda del 2015 delle Nazioni Unite sono stati identificati 17 punti per lo Sviluppo Sostenibile, tra cui l’accesso all’istruzione, di qualità, inclusiva e paritaria per tutti. 

 

La Giornata Internazionale per l’alfabetizzazione è un momento cruciale di riflessione sull’importanza della cultura come strumento di cambiamento sociale, realizzazione e sviluppo personale. 

 

Uno dei ricordi più belli legati alla nostra infanzia è forse quello in cui impariamo a leggere e scrivere le nostre prime parole. È quel senso di curiosità e soddisfazione nel riuscire, piano piano, a decodificare la realtà che ci circonda. La scuola rappresenta il luogo-casa in cui muoviamo i nostri primi passi nel mondo.

 

Nel mondo ci sono ancora 617 milioni di bambini ed adolescenti che non possiedono i requisiti basilari di letto-scrittura e calcolo numerico. Questa condizione è spesso legata agli alti tassi di abbandono scolastico e alle difficoltà nell’accesso all’istruzione, alle condizioni socio-economiche delle famiglie e alla mancanza di strumenti didattici, insegnanti e strutture adeguate nei contesti più fragili. In particolar modo, le ragazze rappresentano le categorie più a rischio di abbandono scolastico, spesso relegate a lavori di cura o vittime di matrimoni precoci. 

 

Il diritto all’istruzione è uno strumento di sviluppo e cambiamento sociale.

 

In questa giornata è fondamentale riflettere sugli obiettivi da raggiungere e sugli strumenti più efficaci per ottenere dei risultati concreti. La chiusura delle scuole e la didattica a distanza hanno messo in luce il ruolo chiave di sostegno delle istituzioni scolastiche nella quotidianità dei bambini e le disparità economiche e sociali nell’accesso all’istruzione online. 

 

Negli scorsi mesi, nei paesi in cui operiamo, come organizzazione internazionale, abbiamo lavorato in stretta collaborazione con i partner locali e le istituzioni, vagliando soluzioni ad hoc che hanno permesso e permettono tutt’oggi ai nostri bambini di proseguire il percorso scolastico in sicurezza. Dove possibile, abbiamo utilizzato i media locali, come programmi tv e radio, per la trasmissione di lezioni e materiali didattici, nonché messaggi sulla prevenzione e tutela della salute psicofisica durante i mesi di pandemia. Nei contesti più rurali, come in Ghana, dove la mancanza di corrente elettrica è ancora un problema, abbiamo costruito delle banche del libro comunitarie dove poter prendere i testi in prestito, scritti in lingua locale per facilitare l’apprendimento da casa. Infine, se consentito dalle norme locali, sono stati creati dei ristretti gruppi di studio con insegnanti, in particolar modo nei contesti più fragili dove la chiusura delle scuole ha comportato un aumento dei tassi di lavoro minorile e di gravidanze tra adolescenti. 

 

 

Ripensare alla scuola in questi mesi di pandemia ha significato ripensare a nuovi strumenti di cambiamento sociale nei prossimi anni, accessibili e adeguati anche ai contesti più vulnerabili.