Sobita è una giovane donna del Bangladesh. Quando aveva appena 12 anni, sua madre l’ha costretta a sposarsi: improvvisamente da bambina è dovuta diventare donna. “Non comprendevo cosa stava accadendo. Mia madre era l’unica persona che si prendeva cura di me, non ho avuto alternative quando lei ha combinato il mio matrimonio con uno dei suoi amici. Mi ha raccontato che era un ragazzo perbene, che aveva una casa al villaggio e delle proprietà, quindi avrei condotto una vita agiata”, racconta Sobita. “Dopo aver trascorso pochi mesi felici insieme alla famiglia di mio marito, ho scoperto di essere incinta, ma loro non presero bene la notizia. Venni a conoscenza della reale situazione economica di mio marito: aveva speso tutti i suoi soldi per la dote. Non avevamo soldi a sufficienza neanche per poter mangiare e sono dimagrita sempre di più. Mia suocera mi picchiava e mi torturava psicologicamente. Non potevo più sopportare quella situazione e quindi sono tornata a casa di mia madre per partorire mio figlio”. Dopo qualche mese dalla nascita di Dev, Sobita tornò a casa del marito e rimase nuovamente incinta. Viste anche le sue precarie condizioni di salute, il bimbo nacque malato e morì una settimana dopo il parto. Con la morte del secondo figlio, il marito abbandonò Sobita. Sobita soffre ancora per la morte del suo bambino: “Non si può neanche immaginare quanto sia pesante e struggente la morte di un figlio”. Oggi lei e il suo primo figlio dipendono totalmente dalla madre: “Cucino una volta al giorno e quel cibo deve bastare sia per pranzo che per cena. Se rimane qualcosa lo metto da parte per la colazione di mio figlio. Passo le notti a pensare a come trovare i soldi per pagare le medicine del bambino e a cosa fargli mangiare il giorno dopo. Se sapessi leggere e scrivere potrei trovare un lavoro per vivere degnamente e potrei cucinare tre pasti al giorno per il mio bambino”. Il matrimonio precoce ha portato nella vita di Sobita tante incertezze e sofferenze. Ma, grazie al sostegno di World Vision, oggi Sobita può frequentare una scuola, così come suo figlio Dev. La scuola offre loro anche la colazione, così lei non deve più preoccuparsi di cosa potrà dargli da mangiare la mattina dopo. Sobita ha iniziato a sognare di nuovo e a sperare in un futuro più luminoso, soprattutto per Dev: “Mi auguro che mio figlio abbia una vita migliore della mia. Voglio che abbia una buona istruzione e un buon lavoro”. Oggi Sobita combatte per le donne in Bangladesh e collabora con Word Vision per sensibilizzare la sua gente contro la pratica diffusa dei matrimoni e delle gravidanze precoci: “Nessuna ragazza dovrebbe soffrire così durante l’infanzia. I genitori dovrebbero lasciare che le loro figlie crescano come bambine e non come giovani madri”.a:4:{i:0;s:49:”/no-violenzaPER UN’INFANZIA SENZA VIOLENZA”;i:1;s:69:”/proteggi-i-bambini-dalla-violenzaNO ALLA VIOLENZA SUI BAMBINI”;i:2;s:54:”/matrimoni-precoci13,5 milioni di spose bambine”;i:3;s:71:”/dona-infanzia-senza-violenzaDona per un’Infanzia Senza Violenza”;}