World Vision a Women Deliver

Women Deliver è un evento di portata mondiale, che ha l’obiettivo di riunire diverse voci e guidare l’attenzione verso la salute, l’educazione, i diritti e il benessere delle ragazze e delle donne. Durante questa settimana, interverranno alcuni dei maggiori esponenti nel campo della salute materna e infantile, sessuale e riproduttiva, dell’economia e dello sviluppo, della protezione dei diritti delle donne. World Vision interviene a questo evento con una delegazione di 22 membri della Global Health Community of Practice (la Comunità delle Pratiche Sanitarie Globali), in difesa della salute, dell’educazione, dei diritti e dell’uguaglianza per le donne.

 

Gli interventi di World Vision a Women Deliver si aprono con la presentazione di BabyWASH: un programma globale, focalizzato sui primi 1.000 giorni di vita dei bambini, che supera le barriere che molte organizzazioni si trovano ad affrontare nel loro intervento. World Vision, attraverso il programma BabyWASH, integra attività legate al miglioramento dei servizi igienico-sanitari (WASH), con la nutrizione e lo sviluppo della prima infanzia (ECD), oltre all’assistenza materna e neonatale (MNCH). World Vision presenterà anche il progetto mHealt App, che utilizza la tecnologia per comunicare e tracciare le pratiche della salute neonatale e materna durante le visite a domicilio nelle aree di sviluppo dove lavoriamo. Questo progetto è già stato implementato da World Vision in 23 paesi e ha permesso di aumentare il livello di controllo, nonché di utilizzare i dati raccolti per dar voce alle donne sul loro diritto alla salute.

 

Con il 60% delle morti materne evitabili nel mondo, le comunità sono attori indispensabili per soddisfare i bisogni e le necessità legate a salute e cure mediche di donne e bambini. World Vision, insieme al Movimento Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa, discuterà durante Women Deliver delle proprie esperienze in materia di rafforzamento delle comunità durante le crisi umanitarie in Afghanistan, Sud Sudan, Somalia e Sierra Leone. Nelle situazioni di crisi, le donne sono spesso i primi soccorritori e giocano un ruolo centrale nella sopravvivenza delle famiglie. Una forza fondamentale se consideriamo che di 42 milioni di rifugiati e sfollati a causa dei conflitti in tutto il mondo, l’80% sono donne, giovani e bambini. Per moltissime donne, le conseguenze del conflitto sono anche maggiori: è fondamentale che le donne siano incluse nel processo decisionale che riguarda le forme di assistenza e la protezione. L’azione umanitaria può diventare quindi un’ulteriore opportunità per nuove relazioni e progressivi ruoli di genere.

 

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