Il torneo si è svolto dall’11 al 18 maggio 2014 e ha visto i partecipanti rivali sul campo di gioco, ma uniti nel condividere e discutere delle disuguaglianze e della violenza. “I bambini sono il futuro e quindi ascoltarli è molto importante. Grazie al calcio, i bambini possono mandare un segnale positivo alle altre persone su come è possibile spendere il proprio tempo libero in maniera positiva”, dice Turbat, che ha 17 anni, arriva dalla Mongolia e sogna di giocare in Champions League. Eduardo, 19 anni, viene dal Brasile e non vedeva l’ora di condividere la propria esperienza con i suoi coetanei: “Sono cresciuto in mezzo alla violenza. Mio padre era un rapinatore e spesso mi ha coinvolto nei suoi crimini. Adesso lavoro per cercare delle soluzioni per i problemi che affliggono la mia generazione e la World Vision Cup è un’incredibile opportunità per chiedere ai leader mondiali di intervenire.” “Io voglio vivere una società dove i bambini vengono ascoltati e dove possono partecipare a costruire un mondo migliore per tutti”, dice Brownley, 13 anni, da Haiti. “Le disuguaglianze e la violenza impediscono ai bambini e ai ragazzi di avere le stesse opportunità nella vita”, dice Joao Diniz, direttore nazionale di World Vision Brasile. “Loro lo sanno e vogliono cambiare questa situazione, e il torneo di calcio organizzato da World Vision è una opportunità per loro per iniziare a vedere che il cambiamento è in atto.” Durante il torneo, per raccogliere quanto emerso dalle discussioni in cui sono stati coinvolti, i ragazzi hanno scritto la Lettera da Recife, un documento che contiene le loro indicazioni per rendere la società più giusta. La lettera sarà presentata ai governi dei loro paesi di provenienza e ai rappresentanti delle Nazioni Unite nel corso dei prossimi mesi. Leggi la Lettera da Recife (PDF 245 kB)